Conigli & Conigli

Mi fido solo dell’erba pulita

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Epilogo

Posted by conigliopoli su 16 novembre 2019


Eccomi, a distanza di un anno a dover tristemente porre la parola FINE alla mia bella esperienza di allevamento naturale del coniglio.

Era più che doveroso informare i miei Lettori sul destino di questo allevamento che ha durato in tutto 43 anni senza interruzione (ed ancora persiste sebbene non più per mia partecipazione).

Ho avuto bisogno di un po’ di tempo per metabolizzare quanto accadutomi nell’autunno 2018.

I miei ultimi conigli, 11 soggetti bellissimi di oltre 3 kg di peso vivo sono improvvisamente morti nel giro di poche ore senza quasi alcun sintomo premonitore. Si sono salvati solo 2 altri soggetti che, fortuna loro, pochi giorni prima avevo ceduto a degli amici che stanno in quel di Verona, conigli che tuttora vivono benissimo e prolificano  in perfetta salute, come da fotografie che seguono, allevati come si faceva da me.

La causa di questa moria va secondo me individuata nella malattia virale emorragica (MEV) che, non si sa come, è arrivata nel mio allevamento. Una autopsia veloce eseguita su uno dei deceduti mi ha convinto di questo insieme alla repentinità della manifestazione morbosa. Infatti si potevano constatare:

  • Intestino di consistenza, contenuto e volume normali se non per la parete del colon che era GIALLA, come un risotto allo zafferano. Probabilmente a causa di ittero acutissimo.
  • fegato di dimensione normale ma vistosamente emorragico; trasudava sierosità sanguigna come fosse stato congelato e poi scongelato più volte. Impossibile verificare la presenza di micro necrosi per il troppo sangue presente.
  • reni di volume ed aspetto normali ma di colore più scuro, come li avevo già visti in corrispondenza dell’epidemia di MEV subita in allevamento industriale molti anni or sono al suo primo apparire in Italia.
  • carcassa in ottimo stato di nutrizione del peso vivo di oltre 3 kg.

L’autunno scorso si è verificata nella mia zona una siccità proprio  nel periodo di raccolta delle olive per cui tutti i campi dove abitualmente raccoglievo il foraggio ne risultavano sguarniti o per la carenza di acqua o perchè l’erba veniva trinciata e non ricresceva in tempo.

Venne perciò somministrato fieno appena comprato da una piccola azienda agricola ed erba medica proveniente da un cultura non più sfalciabile.

Io sospetto che la MEV, se tale fu la causa, possa essere arrivata o col fieno, (ma mi pare improbabile perchè l’azienda di provenienza non tiene conigli) o attraverso la medica possibilmente visitata da qualche lepre di ripopolamento venatorio portatrice sana di tale virus e proveniente da allevamenti. Anche gli storni potrebbero averla veicolata coi loro escrementi. Essa se tale era deve necessariamente essere arrivata con un vettore che sia stato contagiato da animali infetti.

E’ solo una ipotesi naturalmente, sia sulla causa della mortalità che per la sua possibile provenienza. Vero è che negli ultimi anni l’ambiente nella mia zona è sempre e solo peggiorato ed avevo già avuto sentore che le cose non potessero più proseguire a lungo.

Con immenso rincrescimento ho dovuto cessare l’allevamento proprio nel modo che non avrei mai desiderato.

Ripensando a tutti questi anni passati insieme posso solo dire che i conigli mi hanno certamente dato molto più di quanto io non abbia potuto dar loro.

Mi hanno dato moltissimo invero e di loro mi rimane un chiaro ricordo ed un affetto profondo, con il rincrescimento di non essere riuscito a fare tutto come avrei desiderato e sperato. Pazienza, la vita va avanti per tutti. Ci riuscirà certamente qualcun altro al posto mio.

Concludo perciò con un ringraziamento a tutti i miei affezionati Lettori e un grandissimo augurio a tutti i conigli miei e del mondo! Saranno per sempre nel mio cuore.

 

 

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I conigli possono vincere la Mixomatosi?

Posted by claudiodellavalle su 1 ottobre 2017


#mixomatosi #conigli #no vax #garenna

In questi giorni ho ricevuto una seconda, graditissima conferma del fatto. Parrebbe proprio così!

Una coppia di conigli che circa 10 anni or sono  avevo affidato a degli amici del Veronese  è stata amorevolmente allevata e riprodotta con il metodo naturale in garenna che ho descritto in questo blog. Nel tempo, poi, il ceppo è stato rinsanguato con maschi di altra provenienza.

Pure in mezzo a gravi difficoltà iniziali causate da predatori e soprattutto dalla Mixomatosi endemica nella zona, mantenuta in essere anche da alcuni conigli inselvatichiti liberi ancor oggi presenti nei campi circostanti,
QUEI CONIGLI, SENZA ESSERE STATI MAI VACCINATI, HANNO SVILUPPATO NEI LORO DISCENDENTI UNA PROGRESSIVA E CRESCENTE RESISTENZA ALLA MIXOMATOSI, PASSANDO GRADUALMENTE DA UNA MORTALITA’  SUPERIORE AL 90% DEL PRIMO ANNO FINO ALLA COMPLETA IMMUNITA’ CHE ORA MI VIENE CONFERMATA PER IL SECONDO ANNO CONSECUTIVO!

Colgo l’occasione per rimarcare che, secondo la mia esperienza di allevatore, il vaccino contro la Mixomatosi, pur proteggendo efficacemente (anche se non sempre al 100%) i grandi allevamenti dalle epidemie, presenta spesso il rischio di residuare una forma subdola o strisciante della stessa malattia, questo principalmente a causa del fatto che i conigli di allevamento sono sicuramente immunodepressi causa condizioni innaturali di stabulazione ed antibiotici utilizzati, quindi, in misura variabile, non totalmente capaci di far fronte al virus vaccinale inoculato che –  ricordo  –  è VIVO anche se attenuato. L’infezione strisciante si manifesta generalmente come corizza cronica, con starnuti frequenti e diffusi, con possibile scolo lacrimale e nasale modesto ma continuo, limpido e con possibile evoluzione in polmoniti anche a causa di sempre possibili complicanze batteriche concomitanti.

Della mixomatosi è stata riconosciuta anche una forma respiratoria.

La mia ipotesi è che in un contesto definito, nel lungo periodo, il virus della malattia, incontrando una base animale sempre più forte (per il fatto che non vaccinando mai ed allevando in modo naturale si salvano, guariscono e si riproducono solo i soggetti più forti), subisca, nei passaggi da animale ad animale, una progressiva attenuazione in modo naturale. D’altro canto gli animali sopravviventi si rinforzano a causa della stimolazione immunitaria operata dallo stesso virus che non è riuscito ad ucciderli, che viene contratto ad opera delle  zanzare o altri insetti ematofagi, ma causa sintomi e mortalità di anno in anno sempre minori tanto che alla fine non sono più riscontrabili. Il coniglio che ha superato questa infezione naturale risulterà poi immune per tutta la vita ed il virus in quel contesto, vinto e forse alla lunga anche estinto.

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Il manuale Conigli & Conigli su Google play

Posted by claudiodellavalle su 24 gennaio 2016


Sono lieto di annunciare che il manuale di allevamento biologico del Coniglio domestico è ora acquistabile anche su Google Play nella sua quarta edizione in versione pdf  o epub aggiornata e corretta, ottimizzata per tablet e smartphone android.

Chi avesse ad acquistare questa edizione del manuale su google play fruirà gratuitamente ed automaticamente in tempo reale anche di tutti i futuri aggionamenti venissero inseriti.

Anche su LULU. com è stato eseguitol’aggiornamento all’ultima versione digitale del libro.

Qui, a differenza di quello acquistato su Google, si può scaricare il file stampabile.

Manuale per l'allevamento biologico a terra del coniglio domestico

Manuale per l’allevamento biologico a terra del coniglio domestico

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L’importanza del microbismo intestinale residente per la salute dei conigli.

Posted by claudiodellavalle su 3 dicembre 2015


Ritornando sul problema dell’affrancamento dei conigli, dato il fatto che essi sono stati condizionati per numerosissime generazioni (data anche la velocità con cui si riproducono), nella loro flora microbica intestinale da parte dei “benemeriti” mangimi industriali con relativi antibiotici e sofisticazioni, consiglio a chi volesse approfondire il concetto e le motivazioni che io ho esposto da un punto di vista essenzialmente intuitivo, tecnico e pratico, di guardare attentamente questo filmato che mette in luce importanti e colpevolmente ignorati aspetti della salute umana (e quindi anche animale). Avvalora insomma con fior di dati scientifici quanto io sostenni a suo tempo riguardo ai problemi ed alla tecnica di affrancamento. Si comprenderà cioè perchè possono essere necessari molti avvicendamenti generazionali nelle nuove condizioni di allevamento per giungere a stabilizzare la salute dei conigli e giungere infine, dopo tanti sforzi e selezioni ad avere degli animali che per bellezza, salute, prestanza fisica, resistenza superano grandemente i progenitori allevati industrialmente. Sono tutta un’altra cosa!

Il seguente filmato è un po’ lungo ma assolutamente valido ed interessante e cosa ancor più importante, comprensibile da chiunque nelle sue linee generali.

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Assenzio: un’erba che piace molto ai conigli

Posted by claudiodellavalle su 8 novembre 2014


assenzio

  L’Assenzio o Assenzio romano, (Artemisia Absinthium), in fotografia, come l’Artemisia Vulgaris o Erba Legno è specie  molto appetita dal coniglio, malgrado l’estrema sua amarezza. Le proprietà farmacologiche di questa pianta, facilissima a coltivarsi e moltiplicarsi, sono molteplici: è aperitiva, antispastica per intestino e bile, tonica del sistema nervoso, antisettica ed anche antiparassitaria ed antielmintica (usata secca, un tempo come tarmicida negli armadi e contro le pulci degli animali domestici). Il caso ha voluto che pure essendo non comune qui dalle mie parti ne potessi coltivare una piccola quantità. La prova sui conigli venne spontaneamente e la mangiarono subito  con una avidità notevolissima. Io credo che questa pianta possa essere utilmente impiegata, in maniera saltuaria, per proteggere efficacemente il coniglio dal piccolo vermetto intestinale (Passalurus Ambiguus) che prima risultava quasi impossibile eradicare del tutto, sebbene fosse presente soltanto in forma assai sporadica nei conigli allevati a terra con alimentazione erbacea. Sarebbe una esperienza da confermare da parte di altri allevatori, ma io non ho più visto un solo vermetto negli intestini dei miei conigli da quando ho somministrato loro questo vegetale in piccole dosi. E’ una erba che non dovrebbe mancare attorno ad un allevamento bio perchè il coniglio l’ha giudicata buonissima.

AVVERTENZA: La pianta, sebbene  largamente impiegata negli aperitivi e negli amari è tossica in alte dosi per l’uomo; sebbene i conigli sani sappiano di solito regolarsi magnificamente, è doveroso segnalare che alte dosi di questa essenza risultano abortive per l’uomo (non necessariamente per il coniglio), oltre che tossiche per il sistema nervoso Sarà utile quando ne avrò una maggiore quantità verificare quanta ne mangiano ove somministrata ad libitum, se ha effetti collaterali in alte dosi, se sanno autolimitarsi. Aggiornerò appena disponibili i dati.

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Mixomatosi: una strategia alternativa alla vaccinazione è possibile?

Posted by conigliopoli su 1 agosto 2014


OLYMPUS DIGITAL CAMERA OLYMPUS DIGITAL CAMERA OLYMPUS DIGITAL CAMERA OLYMPUS DIGITAL CAMERA Maschio colpito e curato è guarito e sta riproducendo felicemente

La Mixomatosi del coniglio può essere superata anche senza vaccinazioni

La Mixomatosi del coniglio può essere superata anche senza vaccinazioni

Le belle notizie che mi giungono dal Veronese in questi giorni parrebbero confermare quanto ipotizzato negli anni precedenti ovvero che:  una popolazione di conigli allevati a terra con alimentazione naturale è in grado di sviluppare in pochi anni una resistenza crescente al virus della Mixomatosi anche senza l’utilizzo di vaccini, e ciò selezionando e mettendo a riproduzione, di anno in anno, proprio  tutti i soggetti sopravviventi che hanno superato autonomamente e felicemente la malattia senza gravi compromissioni organiche o funzionali. Proprio come avverrebbe in natura se gli animali fossero liberi e lasciati a se stessi e come pare sia avvenuto in Australia, dove la Mixomatosi importata diversi anni or sono proprio per distruggere totalmente i conigli da quel paese, dopo le immani stragi, compiute ora non riesce più ad ucciderli quasi del tutto.

L’esperienza preziosa di cui posso fornire resoconto è quella di due amici M ed M., del Veronese che alleavano conigli da oltre 4 anni utilizzarono in partenza una coppia proveniente dalla  linea del mio piccolo allevamento (mai vaccinato in 14 anni) che alcuni anni prima  aveva già subito e superato un attacco di mixomatosi abbastanza pesante, l’unico in tutto il periodo. La coppia di conigli, sanissimi, fu trasferita in quel di Verona nell’autunno 2009. Sul bello dell’estate 2010 compare da loro la mixomatosi con un grado di virulenza abbastanza forte, la quale uccide la quasi totalità dei conigli che nel frattempo si erano riprodotti felicemente. Tutto andava dunque a meraviglia, a parte qualche imprevisto coi predatori, fino all’agosto 2010 quando  appaiono i primi sintomi di mixomatosi che da sospetta diviene in breve certezza. Rimasero davvero in pochi (2 su 18), a  superare quell’evento ma dopo circa tre mesi dalla sua comparsa quelli che sopravvissero: un maschio ed una femmina, tornarono a riprodurre. Negli anni successivi fino ad oggi la ricomparsa estiva e puntuale della malattia (anche in allevamenti rurali vicini) fece chiaramente comprendere come in quella zona essa sia endemica ovvero non si trattava  di contagio casuale ma di regola, essendoci evidentemente in zona serbatoi di malattia quali allevamenti industriali, conigli selvatici, lepri, il tutto condito con abbondante presenza di insetti ematofagi in grado di propagarla efficacemente dove non c’è. I migliori serbatoi di tale malattia io ritengo siano i conigli immunodepressi tipici degli allevamenti industriali, nei quali a volte, anche il virus vaccinale stesso riesce a generare la malattia o a permanere negli organismi in forma strisciante e debilitante.

In ogni caso negli anni 2011-2012 si registrò un sensibile decremento dei decessi e della virulenza della malattia con una mortalità che passò dal 90% a meno del 50%

Il 2013 fu un anno atipico in quanto molta parte dei nati fu predata da un grosso gatto selvatico e non fu possibile eseguire una valutazione significativa sugli esiti e decorso dell’infezione.

Nel 2014, risolto il problema del predatore con misure di protezione dei recinti, la malattia è insorta puntualmente ed ora è in via di risoluzione e riassorbimento. L’entità ed il numero dei mixomi sono molto diminuiti così come la debilitazione subita dagli animali durante il decorso. Inoltre, e questo ritengo sia il dato più significativo, non tutti ne hanno manifestato i sintomi oltre al fatto che non si sono registrati decessi fra gli ammalati, ma tutti  i colpiti sono attualmente in fase di guarigione. Parrebbe insomma che il rafforzamento dello stipite allevato abbia raggiunto gradi elevati di significatività e corrispondentemente si può anche ipotizzare un parallelo indebolimento dello stipite virale di fronte a passaggi successivi attraverso animali immunologicamente integri e reattivi.

Un grazie sentito agli amici di Verona che con grande passione ed impegno portano avanti il loro allevamento seppure con una incognita così pesante come la Mixomatosi.

Questi dati io ritengo siano utili e significativi quali indicazioni della strategia da tenere nei confronti di questa insidiosa malattia.

Aggiorneremo se possibile i dati negli anni futuri.

 

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